Marcella Starace, La dolce Venere, Il Sextante

La dolce Venere tra Michelangelo e l’inferno

Il Sextante dedica alle donne una particolare attenzione: storie di ingegno, arte, forza e progetti che prendono forma in vite eccezionali. Ed eccezionale sono la vita e l’opera di Marcella Starace.

Marcella Starace, La dolce Venere, Il Sextante
Marcella Starace, La dolce Venere, Il Sextante

Chi è Marcella Starace?“, si chiede l’autore della prefazione e il curatore del volume La dolce Venere tra Michelangelo e l’inferno. Una storia incredibilmente vera, Niccolò Lucarelli. Prosegue: “È una persona che ha molto vissuto e molto visto, molto gioito e molto sofferto, e che per tutto questo ha effettivamente conosciuto l’inferno e il paradiso. Li ha affrontati sempre con il sorriso sulle labbra, lasciandosi portare dalla corrente o artigliando la vita quando necessario. In un certo senso, la sua discendenza metà tedesca e metà partenopea l’ha dotata di una mentalità capace di affrontare le vicissitudini della vita: rigore nordico e ottimismo napoletano, due “metodi” apparentemente inconciliabili, ma che il caso ha fatto incontrare nella sua personalità. Ne è nata una Venere davvero unica che ha vissuto con passione, splendendo come il sole sulla Riviera di Chiaia in un giorno di prima estate, e che ha continuato a splendere anche nei giorni difficili che la vita le ha purtroppo riservato”.

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Il teatro esistenzialista di Albertoni, recensione dei Testi Teatrali di Pierluigi Albertoni su Leggere:Tutti - Il Sextante Edizioni

Recensioni: il teatro di Albertoni su Leggeretutti.eu

La rivista Leggere:Tutti (sito web: www.leggeretutti.eu), votata con passione alla lettura e al mondo del libro, dedica alla raccolta dei Testi Teatrali di Pierluigi Albertoni una recensione puntigliosa e delicata, tutta da leggere, a firma Niccolò Lucarelli

Dai personaggi di Albertoni emergono Eraclito, Nietzsche, Sartre, Camus, Giordano Bruno; in quelle anime immaginarie, eppure vere anche al di fuori del palcoscenico, ci sono millenni di pensiero, di lotte interiori, di dubbi e follie, raccontati con la pacatezza del filosofo, anzi dell’antropologo. E la comprensione dell’artista.

Pur con un pizzico di follia, questi personaggi sono argonauti vocati forse a non appagare la loro ricerca, eppure indomabili nel proseguire il cammino, disposti comunque a credere in qualcosa, anche soltanto nell’illusione. Eroi leopardiani, verrebbe da dire, che reagiscono all’amarezza con il coraggio della follia.

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