www.mockupmagazine - Il trimestrale edito da Il Sextante

MockUp Magazine. Il nuovo trimestrale del Sextante

La nostra Casa Editrice è felice di annunciare la nascita di un nuovo trimestrale: MockUp Magazine nasce come contenitore di arte, moda, società e stili di vita nel 2015, e si unisce oggi alla grande famiglia editoriale de Il Sextante.

www.mockupmagazine - Il trimestrale edito da Il Sextante
MockUp Magazine – Il trimestrale edito da Il Sextante

Lo annunciano alla stampa specialistica – e ai lettori – il Direttore Responsabile della rivista Mariapia Ciaghi e il Direttore Editoriale Matteo Tuveri: “C’è chi pensa che la comunicazione, per essere obiettiva, non debba prender parte. Ma non prendere parte vuol dire essere distratti, ignavi, conniventi“, afferma la Dott.ssa Ciaghi, CEO e founder de Il Sextante, e prosegue: “la comunicazione che serve a costruire, o consolidare, il consenso, che non esercita la libertà di critica, che coltiva la rassegnazione o il fervido entusiasmo, ha poco a che fare con la democrazia“.

MockUp Magazine dice che bisogna darsi da fare – dichiara Matteo Tuveri, Direttore Editoriale del magazine – che bisogna usare il cervello, avere cuore, etica, coraggio e essere sé stessi in una società ipotrofica, iperperformante e spersonalizzante. Salutiamo il presente numero zero di MockUp con nomi di valore e personalità di ampio respiro, ognuno espressione di un background regionale, anagrafico e culturale differente. Capaci, insieme, di offrire spunti, espressioni, dubbi e visioni “altre”.

MockUp Magazine, e il suo trimestrale di luglio-settembre, sono raggiungibili al sito della rivista www.mockupmagazine.it

Le labbra sullo specchio, Giuseppe Strazzi

Guseppe Strazzi. Pensoso ed elegante scrivere

Di lui la critica dice che nella sua ricerca esistenziale affida alla parola la fatica di comunicare ciò che diviene novità nello spirito umano”. Giuseppe Strazzi, poeta e scrittore di pensiero fine ed elegante, da alle stampe con Il Sextante il volume “I poeti italiani ci tweettano” e “Le labbra sullo specchio“. L’autore ha vinto nel 1990 il Premio nazionale di narrativa LA PRIMOGENITA, Città di Piacenza e nel 2008 il Premio nazionale di poesia ADA NEGRI, Lodi. Ha tenuto conferenze di Logopoietica basata sulla storia della parola dentro la creatività del fare poesia.

Giuseppe Strazzi e Alda Merini
Giuseppe Strazzi e Alda Merini

Con il primo lavoro, “I poeti italiani ci tweettano“, l’autore, in un’epoca di globalizzazione economica, afferma ancora una volta, come da sempre la Poesia sia espressione globale dello Spirito che si è storicizzata nelle diverse civiltà e, sulla scia di Heidegger, ripropone il linguaggio poetico come dimora dell’Essere. Leggendo il volume è possibile sentire il canto vissuto dell’uomo che, con la memoria del passato, attualizza un presente di eterno futuro. Il “solo e pensoso per li deserti campi…” di Petrarca, è ancora nell’hic et nunc presente nello spirito dell’uomo di oggi che forse lo può percepire come un tweet, dal sibilo della civetta. Si chiede l’autore: “Non siamo forse, anche noi spesso soli e pensosi?“.

Nel romanzo “Le labbra sullo specchio“, Giuseppe Strazzi tratta, con penna sensibile e affilata, il tema dell’amore tra uomo e donna. Il protagonista è Arturo Scacchi. La vicenda, in una città senza nessuna denominazione geografica perché il desiderio d’amore non conosce luoghi, si svolge nell’arco di un solo giorno: dal mattino alla notte. L’incipit del romanzo è: Era bella. E la chiusura del romanzo è: Era bella. Nella ricerca della bellezza di Giuseppe Strazzi ritroviamo quella spinta che fece dire a Dostoevskij la famosa frase “La bellezza salverà il mondo”. La bellezza è un valore in se stesso. Non è utilitarista. È come un fiore che sorride gratuitamente all’universo! Così possiamo ritrovare e vivere la bellezza in mezzo a un mondo di interessi, scambi e mercanzie. Quando il bene vince, erompe la bellezza espressiva, soave, naturale e irradiante. Brilla dappertutto e fa brillare anche noi con il bello.

Lola Mora, alla scultrice argentina lo studioso Andrés Pociña ha dedicato il monologo teatrale La Fontana, edito da Il Sextante

La Fontana. Il genio e la voce di Lola Mora

[Español]

Il Sextante pubblica La Fuente/La Fontanapiccolo e intenso monologo bilingüe (Spagnolo-Italiano) dedicato alla scultrice argentina Lola Mora.

Andrés Pociña
Andrés Pociña

Il volumetto è opera di Andrés Pociña, con una prefazione dello scrittore e ricercatore italiano Matteo Tuveri, appassionato di  storia dell’Argentina

Nella sua opera, Andrés Pociña rievoca con vividezza di particolari una scena in parte vera e in parte immaginaria in cui Lola Mora dialoga con un modello nel suo studio. Nel testo si trovano disseminati tanti piccoli indizi biografici, psicologici e sociali (briciole di pane biografico che nutre, divulga e spiega) che riconducono con verosimiglianza e profondità alla vicenda umana e artistica di Lola, alla sua passione quasi fisica per Roma, per il classicismo, per la figura della donna libera dalle etichette sociali e per le sue stesse creature di marmo.

Dolores Candelaria Mora Vega de Hernández, meglio conosciuta come Lola Mora, fu una scultrice argentina che ebbe modo di operare anche nel campi dell’urbanistica, dell’architettura mineraria e delle arti visive.

La Fontana/La Fuente, Andrés Pociña, Il Sextante

Si distinse in ambiti generalmente vietati alle donne nella sua epoca e fu la scultrice argentina più famosa e discussa degli ultimi anni a cavallo fra il XIX  e il XX secolo. La sua opera più famosa è la Fuente de las Nereidas (Fontana delle Nereidi) che fu inaugurata il 21 maggio 1903 nel Paseo de Julio de Buenos Aires.

Andrés Pociña Pérez è Professore Emerito di Filologia Latina all’Università di Granada, Doctor Honoris Causa all’Universidad de Rosario in Argentina per i suoi contributi nel campo degli studi classici e per la diffusione e la conservazione delle antichità greche e latine.

Nella prefazione del libro, Matteo Tuveri descrive gesti e fatti dell’esistenza umana e artistica di Lola Mora, la sua forza, la sua resilienza e la sua grande maestria.

Matteo Tuveri, autor del prólogo del monólogo La Fontana por Andrés Pociña
Matteo Tuveri, autore della prefazione

Di seguito alcuni estratti della prefazione: “Pociña mette in scena, con grande semplicità, una grande riflessione su un gigante dell’arte a cavallo fra Ottocento e Novecento, sulla situazione della donna nella società e sulla mascolinità tossica di certa cultura ispanica e mediterranea, con il pretesto drammaturgico del dialogo in un ambiente circoscritto“. Lola Mora è “una forza della natura alla quale partecipano anche donne come Mariquita Sánchez de Thompson, Victoria Ocampo, Alfonsina Storni, Eva Duarte, le Madri (e Abuelas) di Plaza de Mayo (a iniziare da Azucena Villaflor), Celia de La Serna, Cecilia Baccigalupo e le donne di “Ni una menos” che lottano quotidianamente per il riconoscimento del più basilare diritto alla autodeterminazione.“.

En la fuente, Ana Erra, copertina di La Fontana/La Fuente, Andrés Pociña, Il Sextante
En la fuente, Ana Maria Erra, La Fontana/La Fuente, Andrés Pociña, Il Sextante

La copertina del libro è a opera di Ana Maria Erra. La pittrice nasce in Argentina e studia Belle Arti specializzandosi in Test y Técnicas Proyectivas de Imaginación, alla Facoltà di Psicologia nel 1961. Dal 1960 svolge un’intensa attività di insegnante con laboratori, corsi e seminari d’arte, sia per bambini sia per adulti. Artista colta, versatile e sensibile, illustra libri e pubblica saggi e poesie su varie riviste. Fin dal ’68 espone in mostre personali e in esposizioni collettive d’arte contemporanea in Argentina, Brasile, Cuba, Slovenia, Russia, Spagna, Portogallo, Italia e Francia. Ha vinto numerosi premi e sue opere sono conservate in musei e collezioni private in Argentina, Spagna, e Cuba. Membro la Dirección del Universo Audiovisual del Niño Latinoamericano” (UNESCO y UNICEF) e di prestigiose associazioni artistiche, ha detto di sé: “Ho iniziato a dipingere prima di leggere e scrivere. Dipingo da sempre“.

Echi da due mondi, Jon Mucogllava (Il Sextante), recensione su Leggeretutti.eu

Recensioni. Mucogllava su leggeretutti.eu

La rivista Leggere:Tutti dedica a Echi da due mondi, la silloge poetica di Jon Mucogllava, una recensione a firma Niccolò Lucarelli.

Appena al di là dell’Adriatico, eppure poco noto nonostante vicende storiche relativamente recenti che lo hanno visto persino protettorato italiano, e fino a venti anni fa difficilmente accessibile per la difficile situazione interna, l’Albania è oggi un Paese che si sta rapidamente modernizzando, dove i giovani guardano con entusiasmo al futuro, impazienti di portare un contributo per costruirlo nel modo migliore possibile. Gli intellettuali ricoprono sempre un ruolo importante per il progresso civile, in chiave di riflessione sulle radici del passato e sugli aspetti spirituali del pensiero di un popolo, patrimonio indispensabile mantenere viva una cultura, e cui attingere nei momenti di crisi. Ma Jon Mucogllava (2001), giovanissimo poeta albanese, va oltre i “confini” culturali e si fa anche cantore di situazioni, emozioni, speranze, timori, di carattere universale. Un breve ma denso livre de chevet di poesia, ma anche sulla poesia, che riflette sulle sensazioni dell’essere poeta, che si porta dietro quella solitudine di leopardiana memoria, fra quelle carte che non si fa fatica a immaginarle altrettanto “sudate”, perché le parole di Mucogllava sgorgano davvero dall’anima, e tutto ciò che ha un’origine del genere ha sempre alle spalle una lavorazione tormentata.

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Sul volume di poesie anche una lettura speciale dell’autore sul nostro canale YouTube

 

Echi da due mondi, Jon Mucogllava (Il Sextante)

Echi da due mondi. Letture d’Artista (Jon Mucogllava)

Il giovane poeta Jon Mucogllava legge alcune poesie tratte dal suo volume Echi da due mondi. La voce dell’autore è accompagnata dalle illustrazioni di Sara Rogani.

Jon Mucogllava è un poeta di diciannove anni, originario dell’Albania. Da anni vive in Italia ed ora studia a Bolzano. Sta cercando di capire come proiettarsi nel futuro, come scrittore, documentarista, operatore culturale. Intanto però compone sonetti, come quelli che presenta in quest’opera.

Sara Rogani, insegnante, raffinata illustratrice friulana si è formata alla scuola di Svjetlan Junakovic, Massimo Scifoni, Davide Toffolo.

Gennaro Momo legge Granelli di sabbia (Il Sextante)

Gennaro Momo legge Granelli di Sabbia

Gennaro Momo legge due poesie tratte dal volume Granelli di sabbia di Lucia Marchi. Nato a Napoli e formato con Franco Rosi e Teo Bellia, Gennaro di Domenico (Gennaro Momo) è noto al grande pubblico come interprete e doppiatore di con spiccata dote canora.

Nel filmato legge due componimenti poetici tratti dalla silloge poetica di Lucia Marchi, direttrice presso la Biblioteca Casanatense, una delle 46 biblioteche pubbliche statali afferenti alla direzione generale Biblioteche ed Istituti culturali del ministero per i beni e le attività culturali. Esperta in biblioteconomia ed economia della cultura, diritto e gestione della proprietà intellettuale, della comunicazione e dell’innovazione, è fondatrice e condirettore del Centro di eccellenza del diritto d’autore.

La poesia di Lucia Marchi è portatrice di un forte messaggio di libertà capace di rendere l’uomo l’unico vero arbitro delle proprie scelte. La partecipazione è l’unico strumento – secondo le poetessa – che permette di creare una società matura e responsabile in grado di condividere ideali e perseguire progetti che migliorino la qualità di vita di ognuno.

Le viole recise, silloge poetica di Dario Alessio edita da Il Sextante. Prefazione di Matteo Tuveri

Le viole recise di Dario Alessio Letture

Lettura di alcuni versi della raccolta poetica Le viole recise di Dario Alessio.

La silloge poetica, che si avvale della prefazione di Matteo Tuveri, racconta di “pure emozioni del cuore e le concretizza nel calore della lingua italiana, in amplessi di aggettivi, frasi e tangibili emozioni ritrovando per i confini della sua stessa vita un ordine che sorge dalla confusione esperienziale, uno sbiadito contorno che concilia istintualità primaria e umano raziocinio, accogliendo il lettore in un volume in cui la centralità di voler raccontare l’amore e la vita, propria e degli altri non cede mai alla tentazione dello sfogo poetico, guadagnando maggiore lucidità di verso e chiarezza di sé”.

Le viole recise, silloge poetica di Dario Alessio edita da Il Sextante. Prefazione di Matteo Tuveri.

Le viole recise. Scrittori e critici alla Casanatense

Giovedì 16 gennaio, alle ore 17:30, presso la storica Biblioteca Casanatense di Roma, in via S. Ignazio, 52, la Casa Editrice Il Sextante presenta l’antologia poetica “Le viole recise” di Dario Alessio.

Le viole recise, silloge poetica di Dario Alessio edita da Il Sextante. Prefazione di Matteo Tuveri.

A presentare la silloge poetica Lucia Marchi (Direttrice della Biblioteca Casanatense); Mariapia Ciaghi (CEO e Direttore de Il Sextante); Matteo Tuveri (scrittore e critico); Francesco Magnanti (archivista della Biblioteca Casanatense) e Monica Macchioni (giornalista). A unire gli interventi la voce dell’attrice Federica Bassetti.

L’opera prima, che si avvale della prefazione di Matteo Tuveri, raccoglie i taccuini poetici del poeta Dario Alessio e racconta di “pure emozioni del cuore e le concretizza nel calore della lingua italiana, in amplessi di aggettivi, frasi e tangibili emozioni ritrovando per i confini della sua stessa vita un ordine che sorge dalla confusione esperienziale, uno sbiadito contorno che concilia istintualità primaria e umano raziocinio, accogliendo il lettore in un volume in cui la centralità di voler raccontare l’amore e la vita, propria e degli altri non cede mai alla tentazione dello sfogo poetico, guadagnando maggiore lucidità di verso e chiarezza di sé.”

La presentazione ha luogo in uno dei luoghi della cultura e dell’arte più affascinanti d’Europa: aperta nel 1701 presso il convento domenicano di Santa Maria sopra Minerva a Roma, la Biblioteca Casanatense contiene circa 400.000 volumi, 6.000 manoscritti e 2.200 incunaboli. Fondata dal Cardinale Girolamo Casanate, la biblioteca fu progettata dall’architetto Antonio Maria Borioni.

 

Eco della Pace, Matera 2019

Echi di pace a Matera fra arte e Diritti Umani

Nuovo appuntamento con la mostra itinerante “L’Eco della Pace”, che farà tappa dal 22 dicembre 2019 anche a Matera, capitale europea non solo della cultura ma anche città della pace 2019.

Dopo il successo ottenuto a Roma al Micro, e in seguito a Mirano (Venezia) presso la Barchessa di Villa Belvedere – in collaborazione con il Centro per la Pace e la legalita’ “Sonja Alavic”- la mostra approderà a Matera, presso la storica sede “ La Scaletta”, associazione che da oltre cinquant’anni rappresenta il cuore artistico e culturale della città.

L'Eco della Pace, Matera, 2019, LocandinaL’iniziativa, che vedrà esposte cinquanta grafiche realizzate da artisti internazionali del Secondo Novecento, raccoglie un nucleo di inediti materiali d’archivio sul tema della pace, provenienti dalla collezione privata della casa editrice il Sextante di Mariapia Ciaghi.

Le grafiche, realizzate a partire dagli anni Quaranta da artisti del calibro di William Gropper, Giacomo Manzù, Arno Mohr, Marcel Chirnoaga per citarne solo alcuni – saranno a disposizione del pubblico materano per tutte le feste natalizie, fino al 7 gennaio 2020.

Il percorso della mostra è scandito in parallelo dalle opere di venti artisti contemporanei, selezionati da Paola Valori nell’ambito del progetto Open_Generazioni a Confronto, giunto ormai alla quarta edizione. (Uccio Biondi, Luciano Bonetti, Erika Capobianco, Luigi Della Torre, Aldo Forbice, Federico Heidkamp Gonzaga, Marco Innocenti, Maya Kokocinsky, Matilde Mancini, Giulio Cesare Matusali, Stefano Mezzaroma, Attilio Nesi, Emanuele Parmegiani, Maurizio Prenna, Alessandro Sansoni, Nicola Santarelli, Stefano Sesti, Lena Stjernström, Carlo Torrisi, Fabio Ferrone Viola).

Faranno da cornice alla mostra gli originali aquiloni della pace realizzati dall’artista Jeanfilip, i quali con la loro grazia aerea sembreranno svettare verso il cielo; un tocco di libertà e di leggerezza che diventa gioco e simbolo di pace. Partecipa all’evento anche il Maestro Guido Angeletti con la scultura “Libera? “: la donna è Libera quando riconosce la sua Natura che è l’elemento della pace; ella è un’eterna protesta contro la guerra, perché il suo buon senso vede altre uscite, perché non è sopraffatta da una foga sensista che le fa vedere soltanto la materialità della cosa e il momento, bensì il complesso, la fine e il fine. La previdenza intuitrice con cui vede imbrogliarsi e sbrogliarsi gli avvenimenti giornalieri, è un chiaro indizio di questa capacità.

L'Eco dell Pace, Voci di artisti dal '59 a oggi, catalogo
L’Eco dell Pace, Voci di artisti dal ’59 a oggi, catalogo

Gli artisti invitati a partecipare hanno sviluppato nelle loro ricerche, approcci differenti sul tema della pace: dalla politica all’ecologia, dal razzismo ai diritti umani.

La mostra, nata da un’idea di Mariapia Ciaghi è frutto della collaborazione tra Il Sextante, Micro Arti Visive e A.I.D.E, gode del Patrocinio del Comune di Matera, e si propone non solo come riflessione sociale, ma anche come confronto storico e generazionale, utile per creare un dibattito più ampio sulle tracce di un secolo di ricerca e di sperimentazioni.

Il catalogo, edito dal Il Sextante, sarà parte integrante del progetto espositivo con i testi di Mariapia Ciaghi (Il Sextante), Raffaello De Ruggeri (sindaco di Matera), Aldo Forbice (giornalista e scrittore), Silvano Mattesini (architetto e storico), Anna Selvaggi (Presidente AIDE), Paola Valori (Micro Arti Visive) .

Trentagiorni. Haiku di Lucilla Trapazzo, Foto di Alfio Sacco, Prefazione di Matteo Tuveri, Casa Editrice Il Sextante

Trentagiorni a Roma fra gli Haiku di Trapazzo e gli scatti di Sacco

Il 15 novembre 2019, alle ore 18:00, presso la Sala di SinergieSolidali, in via Volsinio 21 a Roma, avrà luogo la presentazione del volume/catalogo Trentagiorni di Lucilla Trapazzo e Alfio Sacco, una raccolta di poesie Haiku e fotografie che lo scrittore e ricercatore Matteo Tuveri ha definito nella sua prefazione come “un luminoso gesto di unione, condivisione e preghiera nei confronti di una realtà quotidiana cui tutti siamo chiamati a partecipare in tempi difficili, con il più grande sforzo di creatività personale“.

Il volume si compone di trenta componimenti Haiku, composti da Lucilla Trapazzo, che si confrontano con trenta immagini, frutto degli scatti di Alfio Sacco. Dodici, invece, gli Haiku iniziali dedicati alle stagioni.

In occasione della presentazione sarà inaugurata la mostra personale di Alfio Sacco. La serata sarà impreziosita dalla performance “Parole in valigia” di Lucilla Trapazzo e Alessandro Olla.

Trentagiorni, poesie haiku di Lucilla Trapazzo e scatti fotografici di Alfio Sacco, Prefazione di Matteo Tuveri, Casa Editrice Il Sextante
Trentagiorni, poesie haiku di Lucilla Trapazzo e scatti fotografici di Alfio Sacco – Prefazione di Matteo Tuveri, Casa Editrice Il Sextante

Gli autori

Lucilla Trapazzo è nata a Cassino. Dopo la laurea in Lingua e Letteratura Tedesca presso l’Università “La Sapienza” di Roma, un MA in “Film & Video” presso la “American University” di Washington D.C., e una continua formazione teatrale e artistica, lavora come attrice, performer, critica, regista teatrale e Trentagiorni. Haiku di Lucilla Trapazzo, Foto di Alfio Sacco, Prefazione di Matteo Tuveri, Casa Editrice Il Sextanteformatrice. Le sue poesie e i suoi racconti sono stati più volte premiati (Premio S.Bernardino, Stimigliano; Concorso “Apriamo un Varco” Roma; Premio Nazionale “Il Delfino”, Pisa; Premio Viareggio; Napoli, Isolimpiadi) e pubblicati in antologie, riviste e libri d’arte in Italia, America, Spagna, Macedonia. I suoi quadri e le sue istallazioni sono stati esposti in numerose mostre (personali e collettive) internazionali. Le sue performance presentate in diversi festival di arte multimediale (Signal, Cagliari; It’s Liquid, Londra, Buenos Aires, Roma, Venezia). Attualmente vive tra Zurigo e New York e collabora con associazioni di arte, musica contemporanea e letteratura nell’organizzazione di eventi, festival e spettacoli. “Ossidiana”, Volturnia Edizioni, Isernia, settembre 2018, è il suo primo libro di poesie. “Dei Piccoli Mondi”, Il Leggio, Chioggia, marzo 2019, è la sua seconda raccolta.

Alfio Sacco è nato in Sicilia, vive e lavora a Zurigo. Ha studiato arte, fotografia e litografia a Catania e a Zurigo. La sua arte è contrassegnata da un taglio critico nei confronti dell’attualità. Nell’espressione artistica si pone come contrappunto e alternativa alla cultura ufficiale e riconosciuta, seguendo le orme dell’Underground Art. Le sue foto, che hanno a pieno titolo valenza di quadri, non scaturiscono da scatti estemporanei, bensì da uno sguardo meditato, che si traduce nella scelta consapevole dei motivi e delle immagini. A volte ci vuole molta pazienza per cogliere lo scatto giusto nel momento giusto. Non è improbabile incontrare Alfio Sacco il mattino presto, alla ricerca dell’esatta armonia di ombre e luce sulla superficie da poco scoperta oppure vederlo attendere per delle ore fino a che il sole non crei la precisa sfumatura desiderata. Anche i decollage raffigurano questo processo di ricerca temporale. Ogni scoperta di nuovi soggetti, siano essi resti di manifesti affissi, frammenti scrostati di muro, piccoli graffiti alla fermata dell’autobus, per Alfio Sacco diventa storia da narrare. Le immagini sono estrapolate dal loro contesto originario, riempite di altri significati e investite di un nuovo messaggio, come nei palinsesti medievali, in cui spesso ci si chiede cosa si nasconda sotto il primo strato visibile.