Ottant’anni per raggiungere un sogno
Natalina Stefi è chiamata a raccogliere i frutti dopo aver seminato bene una vita intera; finalmente entrata nella fase delle soddisfazioni e dei riconoscimenti con questo libro della maturità ci presenta se stessa in tutta la sua interezza. Tanto generosa da donarci due libri in un’unica opera, la poetessa nata a Zara si presenta come una Virgilia, che ci accompagna per tutto il viaggio emozionale della lettura, all’Inferno di una dolorosa infanzia e poi al Paradiso di una meritata serenità conquistata a fatica, passando per il Purgatorio di incertezze ed ansie.
In “Denudando l’anima” si inabissa nelle profondità dei propri sentimenti e fragilità, svelandoci con un linguaggio semplice e potente, diretto e poetico anfratti della propria anima, posti bui dove il sole non entra, ma la luce improvvisa della poesia non è mai spenta. C’è tutto: l’orrore delle foibe e la fuga raccontata come filastrocca. L’amore materno con la dedica ai figli. I dubbi sull’umanità. Lo sguardo al futuro. Sono poesie contro la guerra; archivio di riflessioni e messaggi di speranza per una ritrovata umanità.
Sono poesie di libertà e d’amore, di sofferenza e di riscatto, di un passato ingombrante, oggi un po’ meno pesante. “Dinto ‘e vicole d’’o core “ in vernacolo napoletano è eredità sentimentale lasciatagli dal padre partenopeo deceduto in guerra nel ‘43. Un fatto di famiglia e di DNA, una lingua quella napoletana che la stessa autrice descrive come musicale, espressiva e bellissima.
(Dall’introduzione di Christian Sanna)